Continua la grave crisi istituzionale in Sri Lanka. La corte suprema, infatti, ha accettato il ricorso del premier destituito Ranil
Wickremasinghe, Conservatore (Partito
Nazionale Unito) e dei suoi alleati in parlamento, affermando che lo scioglimento del parlamento da parte del presidente Maithripala Sirisena, Socialista (Partito della
Libertà) e l'indizione di elezioni anticipate per gennaio è stato un atto illeggittimo, in quanto il presidente non ha questo potere, riconfermando la leggittimità del parlamento in carica.
Vedremo ora cosa succederà: pochi giorni fa Sirisena, in rotta di collisione con Wickremasinghe, lo aveva destituito senza aspettare un voto di sfiducia da parte del parlamento, e sostituito con l'ex presidente Mahinda Rajapaksa,
Social-populista (Partito Popolare, fino a due giorni fa Fronte Popolare), e chiuso il parlamento per due settimane. Tuttavia Rajapaksa non era riuscito a trovare un appoggio parlamentare che gli garantisse una maggioranza, e pertanto Sirisena, per scongiurare un voto di non fiducia, aveva deciso di indire elezioni anticipate.
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