Crisi istituzionale in Corea del Sud: con una mossa del tutto a sorpresa, il presidente della repubblica Yoon Seok-youl,
Conservatore (Partito del Potere Popolare), fa entrare in vigore la legge marziale, che di fatto provoca lo scioglimento dei partiti e una forte limitazione delle libertà individuali. Nello stesso tempo ha dato all'esercito il compito di monitorare che la legge marziale venga rispettata, di fatto effettuando un colpo di stato nel paese. La decisione è stata giustificata dal presidente per riportare ordine nel paese, in quanto il parlamento, in mano all'opposizione, è da settimane paralizzato da veti incrociati tra volontà della maggioranza e volontà del presidente, accusando l'opposizione di legami con la Corea del Nord. Tuttavia è stato immediatamente convocato il parlamento e, seppure circondato e in parte occupato da polizia e militari, 190 parlamentari su 300 sono riusciti ad entrare e, all'unanimità, hanno votato la revoca della legge marziale. Non solo i parlamentari Liberaldemocratici (Partito Democratico), di opposizione, hanno votato per la revoca della legge, ma anche quelli Conservatori che sono riusciti ad entrare in parlamento, sconfessando il presidente della repubblica, loro esponente.
Alla proclamazione della legge marziale migliaia di sud-coreani sono scesi in piazza per protestare contro la decisione del presidente.
Dopo il voto del parlamento, la situazione sembra ancora caotica: i militari stanno lasciando il parlamento, anche se un loro portavoce ha detto che la legge marziale rimane in vigore fintanto che il presidente non accetterà la decisione del parlamento, come prevede la costituzione.
Tuesday, December 3, 2024
Corea del Sud, caos istituzionale: il presidente tenta un atuo-golpe, il parlamento gli vota contro
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