Crisi istituzionale in Moldova. Il presidente Igor Dodon, Socialista (Partito Socialista), contrario al governo di Pavel Filip,
Socialdemocratico (Partito Democratico), da dicembre 2016 si rifiutava di accettare la nomina a ministro della difesa di Eugen Sturza, Popolare (Partito Popolare Europeo), provocando di fattoun vero e proprio stallo. Il parlamento ha quindi chiesto alla Corte Costituzionale una via d'uscita, e la Corte ha concesso al parlamento il potere di sospendere per pochi minuti il presidente, così da permettere al presidente del parlamento, a questo punto presidente del paese ad interim, di firmare la nomina del nuovo ministro della difesa. La motivazione della Corte è stata quella che il diritto di veto del presidente su una decisione del governo è possibile una solta volta, e che se il governo gli ripropone la stessa legge una seconda volta lui è costretto ad accettarla. Il parlamento ha quindi dato ad interim per pochi minuti la presidenza della repubblica al proprio presidente Andrian Candu, Socialdemocratico, che ha subito nominato Sturza ministro e ha quindi ridato la presidenza a Dodon.
Dodon ha accusato la Corte Costituzionale di essersi mossa contro la legalità.
Ora il governo Filip è formato da Popolari e Socialdemocratici e basta, dal momento che i Liberali (Partito Liberale), sono usciti dal governo, continuando comunqua ad appoggiarlo, dal 30 maggio 2017.
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