Risolta la crisi istituzionale in Moldova: dopo le dimissioni del premeir Pavel Filip, Socialdemocratico (Partito Democratico), e la decisione della Corte Costituzionale di annullare tutte le proprie decisione circa l'illegalità del nuovo parlamento, ora tornato a tutti gli effetti nelle proprie funzioni, la presidenza della repubblica torna ufficialmente a
Igor Dodon, Socialista (Partito dei Socialisti) e il governo torna ad essere guidato uffficialmente da
Maia Sandu, Liberal-conservatrice
(Partito di Azione e Solidarietà), e formato, oltre che Liberal-conservatori, anche da Conservatori (Partito Piattaforma della Dignità e della Verità) e Socialisti.
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