Saturday, June 30, 2012

Unione Europea, per il consiglio inizia il semestre cipriota

Terminato il semestre danese, inizia oggi il semestre di presidenza cipriota del Consiglio Europeo, sotto la guida, quindi, fino al 31 dicembre, del presidente cipriota Dimitris Christofias, Comunista (Partito Progressista dei Lavoratori, nel parlamento europeo Partito della Sinistra).
E' la prima volta nella storia dell'Unione Europea che la presidenza del Consiglio va ad un esponente comunista.

In questi sei mesi probabilmente si congeleranno i rapporti tra UE e Turchia, come minacciato da Ankara stessa, che non riconosce lo stato cipriota di Christofias.

Islanda, Grimsson riconfermato presidente

Olafur Grimsson, Indipendente, con il 52,78 % dei voti già al primo turno, è stato riconfermato per la quinta volta consecutiva presidente della repubblica.

L'unica che si è avvicinata a Grimsson è la Arnorsdottir, ferma al 33,16 %.
Terzo Gudmundsson , con l'8,64 %, mentre tutti gli altri non hanno superato neanche il 3 %.

Il quinto mandato di Grimsson inizierà il primo agosto.

Georgia, Merabishvili nuovo premier

Il presidente goergiano Saakashvili destituisce il premier Gilauri, sostituendolo con Vano Merabishvili, esponente di spicco del suo stesso partito, il Movimento Nazionale Unito, di ispirazione Liberal-conservatrice, e fino ad oggi Ministro dell'Interno.
Con questa mossa Saakashvili cerca di dare maggiore slancio al governo e in particolare al suo partito, in vista delle elezioni parlamentari previste per ottobre, visto che i maggiori sondaggi sembrano dare il Movimento Nazionale Unito in netto calo.
La nomina di Merabishvili dovrà essere ratificata dal parlamento la prossima settimana, ratifica peraltro scontata visto che i Liberal-conservatori sono in netta maggioranza all'interno del parlamento.

Egitto, inizia il mandato presidenziale di Morsi

Inizia ufficialmente oggi il mandato presidenziale di Mohamed Morsi, Islamico-democratico (Partito Libertà e Giustizia), eletto presidente dell'Egitto qualche giorno fa.
Vedremo quali saranno i suoi rapporti e con l'esercito, che al momento detiene il potere legislativo, fintanto che non verrà eletto un nuovo parlamento, e con le minoranze religiose egiziane, che vedono in lui un pericolo per la laicità dello stato.
Proprio per smorzare a queste accuse, Morsi ha detto che la vicepresidenza potrebbe andare o a un crisitano-maronita, o a una donna.

Domani elezioni generali in Messico

Elezioni generali domani in Messico, per votare sia il nuovo presidente, sia il nuovo parlamento.

Ecco i candidati che si contendono la vittoria presidenziale:

Enrique Peña Nieto, Social-liberale (Partito Rivoluzionario Istituzionale). Favorito nei sondaggi, cerca di riportare il Partito Rivoluzionario, partito dominatore del paese dal  1915 al 2000, al potere, dopo 12 anni di presidenza Conservatrice. Il suo programma è incentrato nel riportare la calma nel paese, sconvolto da una vera e propria guerra tra governo e bande di narcotrafficanti. Ha buone probabilità di vincere, anche se nelle ultime settimane è aspramente criticato dal movimento studentesco YoSoi132, che lo accusa di aver usato la mano pesante contro le manifestazioni di alcuni abitanti della città di Atenco nel 2006, quando era governatore di quella regione.

Josefina Vasquez Mota, Conservatore (Partito di Azione Nazionale), candidata del partito al potere. Il suo programma su basa sul continuare la politica economica del presidente Calderon, che ha portato buoni risultati al paese, nonchè di sconfiggere definitivamente i narcotrafficanti, anche con l'aiuto degli USA.

Andres Manuel Lopez Obrador, Socialista (Partito della Rivoluzione Democratica), si candida come il nuovo che avanza, accusando Conservatori e Socialisti di non aver fatto niente contro lo strapotere dei narcotrafficanti, e di non aver permesso, in ambito economico, una buona ridistribuzione delle ricchezze che il Messico, negli ultimi decenni, è riuscito ad ottenere.

Gabriel Quadri de la Torre, Liberale (Partito Nuova Alleanza), con pochissime speranze di vittoria, il suo programma si basa su una maggiore liberalizzazine dell'economia messicana.

In ambito delle elezioni legislative, oltre ai quattro partiti dei candidati presidenziali, si presentano anche i Verdi del Partito Ecologista Verde, alleati con i Social-liberali, i Socialdemocratici (Movimento Cittadino) e i Laburisti, entrambi alleati con i Socialisti.

Friday, June 29, 2012

Domani elezioni presidenziali in Islanda

Elezioni presidenziali in Islanda domani, per una carica sostanzialmente simbolica, ma comunque importante.
Questi i due candidati che, stando ai sondaggi, si giocano la vittoria:

Olafur Grimsson, Indipendente (ex Socialista), presidente in carica da 16 anni. Fino a poche settimane fa aveva escluso una sua ricandidatura, ma il 4 marzo, a sorpresa, dopo che aveva ricevuto una petizione di 30000 Islandesi che gli chiedevano di rimanere presidente, si e' ricandidato per la quinta volta consecutiva. Critico nei confronti dei partiti tradizionali (Socialdemocratici e Conservatori) che, a suo dire, sono i veri artefici della crisi finanziaria che ha colpito il paese in questi anni, ha usato per ben 3 volte il diritto di veto su leggi licenziate dal parlamento, bloccando, ad esempio, la decisione del parlamento di usare soldi pubblici per chiudere i debiti che le maggiori banche nazionali avevano con Regno Unito e Paesi Bassi (bloccaggio poi accettato dagli Islandesi con referendum). Questo suo uso del diritto di veto, quasi mai usato dai suoi predecessori, e' stato criticato da parte della stampa locale, in particolare quella vicina alle forze di destra. Nelle ultime settimane ha usato parole molto dure nei confronti della Arnorsdottir, accusandola di essere una pedina del'Alleanza Socialdemocratica della premier Sigurdardottir.

Thora Arnorsdottir, Indipendente, giornalista vicina alla sinistra, si e' candidata soprattutto per bloccare un quinto mandato di Grimsson. I suoi obiettivi sono riportare in campo neutrale la figura del presidente della repubblica, e dare aiuti veri a favore delle famiglie, senza nessuna distinzione tra sposate o non sposate, eterosessuali o omosessuali.

Gli altri 6 candidati, con poche speranze di vincere, sono:

Asthor Magnusson, Indipendente, pacifista convinto, ha promesso, in casi di vittoria, di portare fuori dalla NATO il paese.

Ari Trausti Gudmundsson, Indipendente ex Comunista, critico nei confronti del mondo della finanza.

Jon Larusson, Indipendente, contrario all'entrata dell'Islanda nell'Unione Europea, uno degli obiettivi, invece del governo Sigurdardottir.

Hannes Bjarnason, Indipendente, contadino, il cui obiettivo e' quello di avvicinare il presidente alla gente normale e di salvaguardare gli interessi del paese rispetto a quelli di Unione Europea e finanza.

Herdis Porgeirsdottir, Indipendente, il cui obiettivo principale e' quello di svincolare la politica islandese dalle influenze della finanza.

Andrea Johanna Olafsdottir, Indipendente, anche lei critica nei confronti del mondo della finanza e del governo Sigurdardottir, il suo principale obiettivo e' quello di portare nel paese il diritto di avere un salario minimo.

Thursday, June 28, 2012

Mongolia, oggi le elezioni parlamentari

Elezioni parlamentari, oggi, in Mongolia.

Si contendono la vittoria i Socialdemocratici (Partito Popolare) del premier in carica Sukhbaataryn Batbold, e i Conservatori (Partito Democratico) del presidenteTsakhiagiin Elbegodj, fino a gennaio uniti in una grosse koalition e insieme nello stesso esecutivo, da cui a inizio anno i Conservatori sono usciti per meglio affrontare queste elezioni parlamentari.
Possibili outsiders i Socialisti (Partito Popolare Rivoluzionario), partito nato qualche mese fa da una costola a sinistra del Partito Popolare, e guidato dall'ex presidente Enkhbayar, inibito a queste elezioni perche' arrestato con l'accusa di corruzione. Alle elezioni i Socialisti si presentano assieme ai Centro-conservatori del Partito Nazionale Democratico.

La legge elettorale e' stata recentemente cambiata, e sembrerebbe poter dario piu' spazio anche ai partiti minori, di solito poco influenti nella politica mongola.
Tra questi partiti, potrebbero avere qualche chance di buon risultato i Liberal-verdi di Volonta' Civile - Partito Verde, che per alcuni anni erano stati al governo con i Conservatori.

Tuesday, June 26, 2012

Kuwait, il governo si dimette

Dopo pochi giorni dallo scioglimento del nuovo parlamento da parte della Corte Suprema, con conseguente reinserimento in carica di quello precedente, il governo kuwaitiano, guidato da Al-Sabah si dimette.
Nessuna spiegazione ufficiale da parte dell'esecutivo, ma molto probabilmente questa decisione serve per favorire nuove elezioni anticipate, così da riportare serenità nella politica del paese, visto che le opposizioni avevano preso malissimo la decisione della Corte Suprema (nelle elezioni annullate si erano infatti avvicinate di molto alla maggioranza parlamentare), decidendo di boicottare il vecchio parlamento, rimesso al potere dalla decisione dei giudici.

Sunday, June 24, 2012

Egitto, sarà Morsi il nuovo presidente

La commissione elettorale ha diramato i risultati ufficiali del secondo turno delle elezioni presidenziali, che hanno visto Mohamed Morsi vincere con il 51,7 % dei voti contro Ahmed Shafiq, fermo al 48 %.
Morsi, Islamico-democratico del Partito della Libertà e Giustizia, affiliato ai Fratelli Musulmani, salirà ufficialmente alla carica presidenziale il primo luglio, prendendo il posto del generale Tantawi, che aveva traghettato il paese, dalla caduta di Mubarak, a queste elezioni.
Sarà importante ora vedere quali saranno i veri poteri assegnati al presidente egiziano, in questo momento ancora abbastanza nebulosi, dopo che il parlamento appena eletto è stato pochi giorni fa sciolto dalla Corte Suprema, e tutto il potere legislativo è stato quindi delegato, fino alle prossime elezioni, ai militari.

Friday, June 22, 2012

Papua Nuova Guinea, finalmente si vota

Si vota oggi in Papua Nuova Guinea, in un clima teso in seguito al forte scontro tra Peter O'Neill, premier leader dei Socialdemocratici (Partito del Congresso Popolare Nazionale) e Michael Somare, leader dei Conservatori (Partito dell'Alleanza Nazionale), destituito dal premierato un anno fa, ma che si considera ancora vero premier.
Vedremo se queste elezioni riusciranno a riportare una certa stabilità politica al paese.
Non sono da escludersi sorprese e vittorie di terzi incomodi, in un paese in cui la frammentazione politica è molto forte.

Paraguay, impeachment per il presidente Lugo

Il Senato, con 39 si e 4 no, vota a favore dell'impeachment nei confronti del presidente paraguayano Fernando Lugo, Cristiano-democratico, destituendolo dalla carica. Il presidente era stato accuato di essere in qualche modo responsabile, per la sua cattiva gestione del potere, della morte di 17 persone durante degli scontri tra polizia e manifestanti contadini, contrari a delle leggi proposte dal presidente.
Contro Lugo vota la destra conservatrice del Partito Colorado, così come i suoi ex alleati del Partito Liberale Radicale Autentico.
La presidenza passa quindi al vice, Federico Franco, Liberale (Partito Liberale Radicale Autentico), da tempo in rotta di collisione con Lugo.
Anche se Lugo, pur rigettando qualsiasi accusa, ha accettato il voto del senato, non così alcuni paese sudamericani vicini, come Ecuador e Venezuela, che hanno intimato di non riconoscere Franco come nuovo presidente del Paraguay.

Pakistan, Ashraf nuovo premier

Il parlamento pakistano ha nominato nuovo premier Raja Pervaiz Ashraf, Socialdemocratico del Partito Popolare, che ha formato un governo assieme ai Liberali del Movimento Nazionale Unito - Mutthaida Qaumi e ai Social-liberali del Partito Nazionale Awami.
I Socialdemocratici e il presidente Zardari tentano quindi di smorzare la tensione con la giustizia, accettando la destituzione da premier di Gillani e non nominado il loro candidato Shahbuddin, proprio ieri raggiunto da una richiesta di arresto per corruzione.
Vedremo se lo scontro profondo tra potere legislativo e potere giudiziario, quest'ultimo appogiato dall'esercito, si attenuera' con questa nomina,  o se invece ci saranno nuovi strascichi, con i militari che, nelle ultime settimane, cercano di fare sempre piu' pressione sul governo per riprendersi quel potere che avevano fino a pochi anni fa.

Thursday, June 21, 2012

Pakistan, continua braccio di ferro governo vs giustizia/militari

Continua in Pakistan lo scontro tra governo  e potere giudiziario, quest'ultimo appoggiato senza troppe riserve dall'esercito.
Dopo che ieri la Corte Suprema aveva dichiarato decaduto il premier Gillani (fatto accettato, non senza insofferenza, dal presidente Zardari e dal suo Partito Popolare, che detiene la maggioranza in parlamento), oggi viene messo ko dalla giustizia anche il nuovo candidato premier, Makhdoom Shahabuddin.
Candidato ufficiale dai Socialdemocratici (Partito Popolare) e dal presidente Zardari per sostituire Gillani, e con la nomina prevista per domani, oggi la magistratura ha spiccato un ordine di arresto per Shahbuddin, accusato di abuso di potere mentre era ministro dell'industria tessile.
Bisognera' ora vedere cosa decideranno di fare i Socialdemocratici e il presidente Zardani, se chineranno la testa a questa nuova mossa della giustizia, o se invece decideranno di nominare comunque Shahbuddin premier, rischiando in questo modo di aprire un nuovo scontro di poteri.
Sullo sfondo, ma nemmeno tanto nascosti, i militari, schierati con i magistrati, e contrari al presidente Zardari, che, da quando ha assunto il potere, nel 2008, ha lentamente ma inesorabilmente tolto dal potere l'esercito, che invece nell'era Musharraf comandava indisturbato il paese.

Wednesday, June 20, 2012

Kuwait, decaduto il parlamento

La Corte Costituzionale kuwaitiana ha giudicato illegale lo scioglimento del precedente parlamento, a fine 2011, da parte dell'emiro, decretando in questo modo l'annullamento delle elezioni svoltesi qualche mese fa (e vinte dalle opposizioni), il decadimento del neo-parlamento e la restaurazione di quello precedente.
Tutta l'opposizione accusa un golpe, e già tutti i suoi deputati della passata legislatura, ora restaurata, hanno già dichiarato di non voler tornare in parlamento.
Per il momento tacciono sia l'emiro Sabah IV, sia il premier filo-monarchico Al-Sabah.

Grecia, Antonis Samaras giura come nuovo primo ministro

Davanti al presidente Papoulias, il leader di Nuovo Democrazia, Antonis Samaras, Conservatore, ha giurato come nuovo primo ministro greco, e si impegna a formare un nuovo esecutivo entro pochi giorni. Trovato l'accordo con i Socialisti (Movimento Socialista Panellenico) e con i Socialdemocratrici (Sinistra Democratica), il governo di coalizione destra-sinistra dovrebbe essere sostenuto da una buona maggioranza, 179 parlamentari su 300 (129 Conservatori, 33 Socialisti e 17 Socialdemocratici).

Tuesday, June 19, 2012

Pakistan, la Corte Suprema destituisce il premier Gillani

Dopo che il 26 aprile scorso la Corte Suprema aveva dichiarato il premier pakistano Gillani colpevole di oltraggio dell'Alta Corte, essendosi rifiutato a riaprie un procedimento di corruzione nei confronti del presidente Zardani, cosi come invece aveva chiesto la Corte, oggi, a causa di quella stessa sentenza, la Corte Suprema dichiara decaduto il suo mandato.
Infatti la pena era stata del tutto simbolica, 30 secondi appena di carcere scontati da Gillani mentre ascoltava il verdetto de del processo, ma, visto che non ha presentato ricorso e visto che, per costituzione, il premier, se condannato, deve lasciare l'incarico, ad oggi Gillani si vede delegittimato dalla sua carica.
Il Partito Popolare, di ispirazione Socialdemocratica, cui appartengono sia il premier Gillani che il presidente Zardani, se all'inizio sembrava propenso a rifiutare la decisione della Corte, sembra ora propenso ad accettarla, sicuri del fatto di avere comunque la maggioranza in parlamento.
Si fa comunque sempre piu' aspro lo scontro tra Zardani e i suoi Socialdemocratici da una parte, e potere giudiziari (con a capo il presidente dell'Alta Corte Chaudry) e esercito dall'altro, con quest'ultimo che cerca di rimettere sotto il proprio controllo il potere esecutivo del paese, perso dopo la destituzione dell'ex presidente Mussharraf.

Nauru, formato un nuovo governo

Il presidente di Nauru Sprent Dabwido ha sciolto il proprio governo, e ne ha immediatamente formato uno nuovo. In questo modo, variando le forze politiche all'interno del governo, il presidente tenta di sbloccare la riforma costituzionale del paese, che da sette mesi non riesce a passare le forche caudine del parlamento.

Egitto, ballottaggio per le elezioni presidenziali

Ballottaggio per le elezioni presidenziali in Egitto, che vede sfidarsi Mohamed Morsi, Islamico-democratico (Fratelli Musulmani) e Ahmed Shafiq, Indipendente vicino ai militari, nonche' ultimo primo ministro dell'era Mubarak.
Dopo lo scioglimento di qualche giorno fa del parlamento, lo scontro politico e' diventato infuocato, con i Fratelli Musulmani che accusano l'esercito di voler instaurare un regime militare nel paese, invitando quindi tutta l'opposizione ad appoggiare il loro candidato, e non Shafiq, uomo vicino all'esercito.
D'altro canto Shafiq, pur non disconoscendo il suo legame con l'esercito, ha ribattuto di essere per la democrazia nel paese, e ha invitato tutti gli elettori contrari ad una deriva religiosa del potere a votare per lui.

Egitto, la corte costituzionale scioglie il parlamento

La corte costituzionale, pochi giorni prima del ballottaggio per le elezioni presidenziali, ha sciolto il parlamento, eletto pochi mesi fa, dichiarando incostituzionale la legge elettorale, in particolare la parte maggioritaria.
I Fratelli Musulmani, i veri vincitori delle elezioni, accusano l'esercito, e il presidente ad interim, nonche' generale, Tantawi, di colpo di stato, vedendoli come i mandanti della decisione dell'Alta Corte.
I militari hanno comunque dichiarato di essere pronti a lasciare la presidenza della repubblica entro giugno al vincitore delle elezioni presidenziali, qualunque esso sia.

Elezioni parlamentari in Grecia, vincono i Conservatori

Vittoria dei Conservatori di Nuova Democrazia nelle elezioni parlamentari in Grecia (dopo quelle inconcludenti di maggio), con il 29,7 % dei voti. Secondi i Social-comunisti della Coalizione della Sinistra Radicale (Syriza), con il 26,9 %, quindi i Socialisti (Movimento Panellenico Socialista), con il 12,3 %, grandi sconfitti delle elezioni. Entrano in parlamento anche i Nazional-conservatori (Greci Indipendenti, con il 7,5 %), i Nazional-fascisti di Alba Dorata (6,9 %), i Socialdemocratici di Sinistra Democratica (con il 6,2 %) e i Comunisti, con il 4,5 %.
Si profila la formazione di un governo di larghe intese tra Conservatori e Socialisti, con l'obiettivo di far rimanere la Grecia all'interno dell'eurozona, accettando (seppur cercando di rinegoziarli) gli accordi con l'Europa per evitare un default del paese.
Il leader conservatore Samaras, probabilmente prossimo premier, sta cercando pero' anche altri partner politici, per garantire al suo governo un'ampia maggioranza parlamentare. Esclusi si da subito Nazional-fascisti e Comunisti, considerati troppo estremisti, Samaras ha iniziato colloqui preliminari con Nazional-conservatori e Socialdemocratici, mentre appare quasi impossibile un'alleanza pure con i Social-comunisti, che hanno, come primo punto del loro programma, la cancellazione di tutti gli accordi gia' firmati con l'Unione Europea per evitare il default greco, considerati troppo iniqui per il paese ellenico.

Elezioni parlamentari in Francia, vincono i Socialisti

Dopo aver ottenuto la presidenza della repubblica, i Socialisti, assieme ai loro alleati, ottengono la maggioranza assoluta in parlamento, permettendo in questo modo al presidente Hollande di non dover coabitare con un parlamento conservatore. In particolare, i Socialisti ottengono il 29,35 % dei voti, e 280 seggi, e, assieme ai 22 seggi dei candidati indipendenti di sinistra (3,4 %), i 17 dei Verdi (Europa, Ecologia - I Verdi, 3,6 %), e i 12 dei Socialdemocratici (Partito Radicali di Sinistra, 1,6 %), riescono a superare con un buon margine la meta' dei seggi parlamentari (in totale 577).
Sconfitti i Conservatori dell'Unione per un Movimento Popolare, che, con il 27,1 % dei voti, perdono 119 deputati. Alleati ai Conservatori, entrano in parlamento anche i Liberal-conservatori (Partito Radicale, con l1,3 %), i Centro-conservatori (Nuovo Centro, con il 2,2 %), i Popolari (Alleanza Centrista, con lo 0,5 %), e alcuni deputati di destra indipendenti (con il 3,5 %).
Fuori dai due maggiori schieramenti, entrano in parlamento anche 10 deputati del Fronte di Sinistra, 2 del Fronte Nazionale, 2 deputati di partiti regionalistici, 2 del Centro per la Francia, e 1 deputato dell'estrema destra.

Albania: Bujar Nishani nominato nuovo presidente

Il parlamento albanese, con 73 voti favorevoli, 2 astenuti e 1 contrario (su 140), nomina al quarto scrutinio nuovo presidente della repubblica Bujar Nishani, Conservatore (Partito Democratico). L'opposizione socialista non ha partecipato al voto, accusando il governo e il premier Berisha di aver candidato un uomo non super-partes.
Dopo che anche al terzo tentativo non aveva ricevuto l'appoggio dei Socialisti (nei primi 3 scrutinii era necessaria la maggioranza dei 3/5 del parlamento), Zaganjori, membro della corte costituzionale e candidato dal governo, ma non appoggiato dall'opposizione che aveva accusato Berisha di non averli prima interpellati, decide di ritirare la propria candidatura, aprendo la strada ad un candidato politico, direttamente legato alla maggioranza.
Il mandato di Nishani inizierà il 24 luglio.

Thursday, June 7, 2012

Lesotho: il re nomina Thabane nuovo premier

Il re del Lesotho Letsie III nomina nuovo primo ministro del paese Tom Thabane, Laburista (Convenzione di Tutti i Basotho), dopo le elezioni svoltesi in aprile.

Assieme ai Laburisti (che alle elezioni avevano ottenuto il 25,2 % dei voti), nel governo di Thabane ci saranno anche i Conservatori (Partito Nazionale, con il 4,3 %), i Centro-conservatori (Partito della Libertà Marematlou, con lo 0,6 %), i Centro-socialisti (Fronte Popolare per la Democrazia, con il 2 %), e i Socialisti (Congresso per la Democrazia, con il 21,9 %).

Finisce quindi l'era di Mosisili, che aveva governato il paese per 14 anni consecutivi. Si temeva che Mosisili non avesse accettato il verdetto delle urne, ma invece, dopo un iniziale tentativo, fallito, del premier di, prima formare un governo di coalizione, quindi di spostare dalla sua parte alcuni deputati eletti da altri partiti, ha ammesso la sconfitta e si è congratulato con gli avversari.

Monday, June 4, 2012

Tigran Sargsian riconfermato premier in Armenia

Dopo le elezioni parlamentari di qualche settimana fa, il presidente armeno Serzh Sargsian riconferma premier Tigran Sargsian, Conservatore (Partito Repubblicano), suo compagno di partito. Al governo, oltre ai Conservatori, anche i Centro-conservatori del partito Ruolo della Legge, mentre i Liberal-conservatori di Armenia Prospera, arrivati secondi alle elezioni, ed ex alleati di Sargsian, decidono di passare all'opposizione. Mossa di smarcamento in vista delle elezioni presidenziali dell'anno prossimo, in cui i Liberal-conservatori, magari con l'appoggio di tutta l'opposizione, sperano di mettere un loro uomo alla carica piu' importante del paese.

Albania: seconda fumata nera per l'elezioni del presidente

Ancora un nulla di fatto per l'elezione da parte del parlamento albanese del nuovo presidente della repubblica. Anche stavolta non si e' riusciti nemmeno a votare, anche se ufficialmente questo tentativo sara' contato come seconda votazione.
Per la prima volta da mesi il premier Sali Berisha, poco prima del voto, si era incontrato con il leader dell'opposizione socialista Edi Rama per concordare il candidato (per le prime tre votazioni e' necessario il voto di 3/5 del parlamento), ma questo incontro finisce con un nulla di fatto, in quanto entrambi i politici rimangono arroccati nelle loro posizioni.
Da una parte Berisha, che candida l'indipendente membro della Corte Costituzionale Xhezair Zaganjori, dice che ha gia' fatto un passo indietro, non avendo candidato un uomo legato al suo partito, dall'altra Rama che, pur accettando in linea teorica la candidatura di Zaganjori, la rifiuta perche' avvenuta senza aver prima sentito l'opposizione socialista.
Vedremo se al terzo tentativo si trovera' un compromesso, o se si passera' alla quarta votazione, dove serve solo la maggioranza assoluta del parlamento, che potrebbe anche vedere un'altra candidatura da parte delle forze di maggioranza, in quel momento non piu' vincolate ad un accordo con l'opposizione.

Friday, June 1, 2012

Inizia il secondo mandato da presidente del consiglio europeo per Herman Van Rompuy

Inizia oggi il secondo mandato come presidente del consiglio europeo per il belga Herman Van Rompuy, Popolare (del partito belga Cristiani Democratici e Fiamminghi), confermato alla carica dal Consiglio Europeo qualche settimana fa.