Thursday, May 31, 2012

Fallisce il primo tentativo di elezione del presidente in Albania

Fallisce il primo tentativo del parlamento albanese di nominare il nuovo presidente, al posto di Bamir Topi, Conservatore (Partito Democratico), il cui mandato e' in scadenza.
In questa prima votazione (cosi come anche per le prossime due) e' necessaria la maggioranza dei tre quinti del parlamento perche' la votazione abbia buon esito, per cui necessariamente la coalizione di governo di centro-destra doveva cercare un accordo con l'opposizione Socialista.
Alla fine il premier Sali Berisha, Conservatore (Partito Democratico), aveva candidato, a nome di tutti i partiti di governo, Xhezair Zaganjori, Indipendente membro della Corte Costituzionale, come candidato accettabile per tutti, ma i Socialisti alla fine hanno deciso di non appoggiare la sua candidatura, non tanto per il merito, quanto per il metodo, visto che Berisha lo ha candidato senza essersi prima consultato con il leader socialista Edi Rama. La prima votazione di fatto non c'e' neanche stata (anche se legalmente e' avvenuta) in quanto non c'era nessun candidato ufficiale.
Difficile ora che i Conservatori tornino a dialogare con i Socialisti: l'unica cosa da vedere e' se, alla quarta votazione, quando non sara' piu' necessario il voto dei 3/5 ma solo quello di meta' + 1 del parlamento, il candidato governativo rimarra' Zaganjori, comunque Indipendente, o se Berisha puntera' direttamente su un suo uomo.

Wednesday, May 30, 2012

Liberia, l'ex dittatore Taylor condannato a 50 anni

L'ex presidente e dittatore della Liberia Charles Taylor, al potere dal 1997 al 2003 dopo una guerra civile, e deposto dopo una ennesima guerra civile, è stato condannato dal Tribunale Internazionale per la Liberia, sotto patrocinio ONU, a 50 anni di reclusione, per crimini di guerra e contro l'umanità.

Elezioni Lesotho, nessun partito ottiene la maggioranza assoluta

Per la prima volta nella sua storia, alle elezioni di sabato in Lesotho nessun partito ottiene la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari. Il nuovo partito del premier Mosisili, Congresso Democratico, vince le elezioni, ottenendo 48 seggi su 120, la Convenzione di Tutti i Basotho ottiene 30 seggi, mentre il Congresso per la Democrazia, l'ex partito del premier, ottiene 26 seggi.
Entrano in parlamento anche il Partito Nazionale (5 seggi), il Fronte Popolare per la Democrazia (3 seggi), il Partito Nazionale Indipendente, fino ad oggi al governo assieme al Congresso Democratico (2 seggi), il Congresso dei Popoli (1 seggio), il Partito Nazionale Democratico (1 seggio), il Partito della Liberta' Marematlou (1 seggio), il Partito Democratico Batho (1 seggio), il Partito del Congresso (1 seggio), e il Partito dei Lavoratori (1 seggio).
Il leader della Convenzione di Tutti i Basotho ha dichiarato di essere riuscito a trovare un accordo di massima con il Congresso per la Democrazia, il Partito Nazionale, il Fronte Popolare per la Democrazia e il Partito della Liberta' Marematlou per formare un governo di coalizione.

Peter O'Neill rinominato premier

Il parlamento papuano rinomina premier Peter O'Neill, Socialdemocratico (Partito del Congresso Nazionale Popolare), con 56 voti su 109 (ufficialmente il parlamento lo nomina all'unanimita', visto che tutti i deputati contrari, al momento del voto, hanno lasciato la seduta). Viene quindi riconfermato il suo governo, formato dai Socialdemocratici, dai Centro-conservatori (Movimento Democratico Popolare), dai Cristiano-democratici (Partito del Trionfo, del Patrimonio e della Responsabilità), dai Conservator-liberali (Partito Papua Nuova Guinea), dai Liberal-conservatori (Partito Progressista Popolare), dagli Agrari (Partito dello Sviluppo Rurale) e dai Liberal-melanesiani (Partito Liberale Melanesiano).
Il governatore generale ad interim, Jeffery Nape (al posto di Ogio che si trova a Londra per festeggiare il giubileo della regina d'Inghilterra Elisabetta II), aveva in un primo momento preso tempo, affermando che doveva studiare bene le carte (in teoria il parlamento era stato chiuso da Ogio in vista delle elezioni previste per giugno), ma alla fine ha ratificato la nomina di O'Neill.

Tuesday, May 29, 2012

Ennesimo colpo di scena in Papua Nuova Guinea: vacante la presidenza del consiglio

Sempre piu' caotica, al limite del grottesco, la situazione politica in Papua Nuova Guinea: a pochi giorni dal mandato di cattura al giudice della Corte Suprema Inja, che aveva dichiarato illegitima la premiership di O'Neill e a un giorno dalla dichiarazione del Governatore Generale Ogio, che aveva di fatto stoppato il parlamento fino alle elezioni previste per il mese prossimo, il presidente del parlamento Francis Marus, Centrista (Partito Pangu), alleato dell'ex premier Somare, annuncia che, in seguito alla decisione della Corte Suprema, la carica di presidente del consiglio di O'Neill era decaduta, ma che neanche Somare poteva essere reinsediato al governo, in quanto era rimasto fuori dal paese per piu' di tre mesi (per problemi di salute), cosa non permessa dalla costituzione al primo ministro, pena la decadenza dalla carica. A questo punto Marus annuncia che la carica di primo ministro rimane vacante fintanto che il parlamento non nominera' un nuovo premier, probabilmente il giorno successivo. O'Neill, al momento dell'annuncio assente dal parlamento, ha accettato la decisione del parlamento, convinto di essere comunque riconfermato.

Monday, May 28, 2012

Indette elezioni anticipate in Nepal

Dopo che, passato il limite ultimo fissato 4 anni fa (e più volte prorogato), l'Assemblea Costituente eletta nel 2008 non è riuscita a dar vita ad una costituzione, il premier nepalese Baburam Bhattaria, Maoista (Partito Comunista Unificato - Maoista), ha chiesto al presidente Ram Baran Yadav, Socialista (Partito del Congresso), di sciogliere l'assemblea (che ha anche funzioni da parlamento) e di indire elezioni anticipate. Il presidente Yadav ha accolto le richieste del governo, indicendo nuove elezioni per l'elezione di una nuova assemblea costituente per il 22 novembre.
L'incapacità dell'Assemblea Costituente (che comunque nel 2008, poche settimane dopo essersi formata, era riuscita a trasformare il paese da monarchia a repubblica, con un consenso quasi unanime) di dar vita ad una nuova costituzione è dovuta all'incapacità dei partiti di trovare un accordo su come disegnare i confini delle future regione che formeranno il Nepal: Maoisti, Conservator-madhesi (Partito della Buona Volonta' - Partito Sadbhavana), Socialdemocratici-madhesi (Partito Tarai Madhes Loktantrik) e Social-madhesi (Forum dei Diritti del Popolo Mahese), i quattro partiti che formano l'esecutivo, vogliono disegnare i confini tenendo conto delle diversità etniche della popolazione, mentre Socialisti e Comunisti (Partito Comunista - Unificato Marxista-Leninista), il secondo e terzo partito dell'Assemblea, vogliono basarsi sulle storiche e tradizionali regioni che hanno sempre formato il paese.

Egitto, ballottaggio Morsi - Shafiq

Il ballottaggio per le presidenziali in Egitto, che si svolgerà il 16 e 17 giugno, sarà tra Mohamed Morsi e Ahmed Shafiq.

Mohamed Morsi, candidato del Partito Libertà e Giustizia, legato ai Fratelli Musulmani, di ideologia Islamico-democratica, al primo turno ha ottenuto il 24,8 % dei voti. Cercherà di portare a sè i voti di tutti coloro che vogliono dare un forte peso all'islamismo nella politica egiziana, e anche tutti coloro che temono, in una presidenza Shafiq, un ritorno al passato e un peso troppo forte dei militari.

Ahmed Shafiq, candidato indipendente legato ai militari e ex premier negli ultmi giorni del regime di Mubarak, al primo turno ha ottenuto il 23,7 % dei voti. Cercherà di portare a sè tutti i voti di coloro che temono una islamizzazione dell'Egitto, nell'eventualità di una presidenza Morsi, visto che già il parlamento è in maggioranza alle forze politiche di chiara ispirazione islamica. Ha comunque cercato di attenuare i rapporti con gli islamici, affermando che, se presidente, non avrebbe nessun problema nel dare la presidenza del consiglio ad un esponente del Partito Libertà e Giustizia. Non fa mistero di essere legato all'ex dittatore Mubarak: pur riconoscendogli errori anche madornali, ancora oggi afferma che Mubarak, per lui, è un modello da seguire.

Grandi sconfitti di queste elezioni i laici che hanno guidato la rivoluzione verde che, l'anno scorso, ha deposto Mubarak: il loro candidato maggiore, Moussa, arriva solo quinto, e male anche tutti gli altri loro candidati minori.

Sunday, May 27, 2012

Papua Nuova Guinea, il Governatore Generale: fermi tutti fino alle prossime elezioni

Il Governatore Generale di Papua Nuova Guinea, Michael Ogio, cerca di calmare la situazione nel proprio paese: con un discorso ha deciso di non firmare più nessuna legge approvata dal parlamento o presentata dal governo fintanto che non si svolgeranno le prossime elezioni politiche, previste per la fine di giugno, dando di fatto all'odierno governo di O'Neill solo il compito di svolgere le attività necessarie per il paese, senza però portare avanti riforme importanti. In questo modo il Governatore Generale cerca di riportare la calma nel paese, diviso tra esecutivo di O'Neill e polizia da una parte, e opposizione guidata dall'ex premier Michael Somare e potere giudiziario dall'altra, sperando che il risultato delle prossime elezioni possa, in qualche modo, riportare la normalità. Intanto il giudice Salamo Injia, che qualche giorno fa aveva dichiarato illegittimo il governo O'Neill, e per questo era stato arrestato, è stato liberato, anche se ancora accusato di sedizione.

Saturday, May 26, 2012

Elezioni parlamentari in Lesotho

Elezioni parlamentari oggi in Lesotho. Tre i maggiori partiti che si contendono la maggioranza parlamentare:

Congresso Democratico: partito nato 3 mesi da una scissione dell'ex partito di maggioranza, è guidato dal premier Pakalitha Mosisili, al potere dal 1998. In febbraio lo stato maggiore del suo ex partito, il Congresso per la Democrazia, aveva tentato di metterlo alla porta e di candidare una nuova personalità alla presidenza, ma Mosisili,  contrario a questa mossa, aveva deciso di fondare un proprio partito, nel quale la maggioranza dei deputati del Congresso per la Democrazia lo ha seguito. Partito di ispirazione socialdemocratica, il suo programma è incentrato soprattutto sul continuare le buone opere che l'odierno governo ha portato avanti.

Congresso per la Democrazia:  guidato da Mothejoa Metsing, fino a 3 mesi fa partito di maggioranza, accusa il premier odierno di mire dittatoriali e di aver fatto molto poco in ambito sanitario (circa 2/3 della popolazione del paese è HIV+. Partito di ispirazione socialista.

Convenzione di Tutto il Basotho: partito nato nel 2006 da una scissione del Congresso per la Democrazia, guidato Tom Thabane, anche questo un partito di ispirazione di sinistra, il suo obiettivo principale è di instaurare un rapporto priviliegiato, in ambito economico, con la Repubblica Sudafricana, così da poter migliorare le condizioni di vita dei cittaddini.

Poche le speranze degli altri partiti, tra cui da sottolineare la presenza degli ex partiti di governo Partito del Congresso, di ispirazione socialista pure lui, e il Partito Nazionale, di ispirazione conservatrice.

Friday, May 25, 2012

Proclamato lo stato di emergenza in Papua Nuova Guinea

Per far fronte alla situazione tesa tra governo e polizia da una parte, e potere giudiziario, opposizione filo-ex premier Somaro e poliziotti ribelli dallàaltra, in Papua Nuova Guinea il premier Peter O'Neill dichiara lo stato di emergenza. Almeno per il momento sono comunque garantite le elezioni parlamentari previste fra un mese. In seguito alla proclamazione dello stato di emergenza, i poliziotti ribelli che da un giorno circondavano il parlamento hanno lasciato i loro posti, permettendo al parlamento stesso di tornare alla sua normale attività.

Papua Nuova Guinea: tensione governo - giustizia

Tensione sempre piu' altra in Papua Nuova Guinea, a un mese dalle elezioni parlamentari.
Lunedi scorso il capo della corte suprema papuana, Salamo Injia, aveva dichiarato illegitimo il governo di Peter O'Neill, andato al potere 10 mesi fa dopo un ribaltone parlamentare, che aveva fatto cadere l'esecutivo di Somare, che si trovava da settimane all'estero per problemi di salute. La mossa di Injia non era stata ben accettata dal governo, che piu' volte aveva tentato di sostituirlo, accusandolo di essere troppo vicino all'ex premier Somare, ora leader dell'opposizione. La polizia, su ordine del governo, dopo il discorso di Injia, ha circondato il suo ufficio e, dopo alcune ore di tensione, viene spiccato un mandato di arresto per il presidente della corte suprema, con l'accusa di sedizione. Ma nel frattempo un gruppo di poliziotto ribelli, vicini a Somare, circonda il parlamento, intimando i parlamentari di non legiferare piu' fino alle prossime elezioni parlamentari, previste per il 23 giugno.
Per il momento tace il governatore generale dello stato, Michael Ogio, che gia' alcune settimane fa aveva stoppato il tentativo del governo O'Neill di posticipare le elezioni di un anno per problemi di sicurezza.

Wednesday, May 23, 2012

Elezioni presidenziali in Egitto

Elezioni presidenziali in Egitto, le prime libere nel paese.
Dodici i candidati:

Amr Moussa: ex segretario generale della Lega Araba ed ex ministro degli Esteri di Mubarak, dal 1991 al 2001, si presenta come il candidato laico, mediatore tra modernita' e valori tradizionali. Molti lo accusano di essere stato troppo legato al vecchio regime di Mubarak.

Abu al-Futuh: ex membro dei Fratelli Musulmani, escluso per essersi candidato senza l'approvazione del partito, il suo programma si concentra sul diritto per tutti allo studio e alla salute.

Ahmed Shafik: generale, nominato primo ministro negli ultimi giorni del regime di Mubarak nel tentativo di calmare la rivolta, e' il candidato dei militari che ora detengono il potere. Il suo programma e' incentrato tutto sul garantrire maggiore sicurezza al paese.

Mohammed Morsi: candidato degli islamisti e dai Fratelli Musulmani, il suo programma e' in linea con i dettami del Corano, pur non arrivando a spinte troppo radicali.

Hamdeen Sabbahi: candidato dalla sinistra egiziana, si rifa' all'ex presidente Gamal Abdul Nasser.

Khaled Ali: il piu' giovane dei candidati presidenziali, sostenitore di un Egitto laico.

Selim al-Awwa: islamista, fautore di una forte collaborazione islam - cristianesimo.

Hisham al-Bastawisi: candidato del partito di sinistra Tagammu, famoso per aver contestato in sede giudiziaria i risultati delle elezioni presidenziali del 2005.

Abul Ezz al-Hariri: candidato del Partito per l'Alleanza Popolare, di ispirazione socialista.

Hossam Khairallah: candidato del Partito Democratico della Pace, il suo programma e' incentrato tutto sulla sicurezza del paese.

Mahmud Hossam: ex membro del Dipartimento delle Nazioni Unite per i diritti umani nel Medio Orient.

Abdullah al-Ashaal: candidato del Movimento islamico Al-Asala, il suo programma si concentra sulla necessita' di una riforma agraria nel paese.

Mali, ferito il presidente ad interim Traore'

Dopo che, con la mediazione degli Stati dell'Africa Occidentale, il golpista Sanogo' (che il mese scorso aveva deposto il presidente Toure') e i partiti di maggioranza e opposizione si erano messi d'accordo sul dare la presidenza della repubblica ad interim al presidente del parlamento Dioncounda Traore', Socialdemocratico (Alleanza per la Democrazia - Partito Pan-africano per la Liberta', la Solidarieta' e la Giustizia), con il compiti di indire libere elezioni entro un anno e con la promessa dell'amnistia per i golpisti, oggi alcuni manifestanti pro-militari hanno assaltato il palazzo presidenziale, ferendo alla testa (forse con un'arma da fuoco) lo stesso Traore'. Dopo alcuni minuti di confusione, le guardie presidenziali sono riuscite a liberare Traore' e a portarlo in ospedale.  

Elezioni presidenziali in Repubblica Dominicana, vittoria del social-liberale Danilo Medina

Vittoria del Social-liberale (Partito di Liberazione) Danilo Medina alle elezioni presidenziali, battendo gia' al primo turno, tra gli altri, l'ex presidente Socialdemocratico (Partito Rivoluzionario) Hipolito Mejia, con il 51,2 % dei voti.
Mejia ha accusato brogli e irregolarita'. Gli osservatori internazionali, pur segnalando alcuni casi dubbi e poco chiari, affermano comunque che la vittoria di Medina e' sostanzialmente leggittima e corretta.

Elezioni presidenziali in Serbia, vittoria del nazional-conservatore Tomislav Nikolic

Vittoria del Nazional-conservatore Tomislav Nikolic (Partito Progressista) al secondo delle elezioni presidenziali in Serbia, battendo al ballottaggio, con il 51,2 % dei voti, il presidente uscente social-liberale Boris Tadic (Partito Democratico). Al primo turno, tra gli altri, era stato battuto anche l'ex presidente e ex premier Kostunica, che al secondo turno aveva deciso di appoggiare Nikolic.

Gia' vicepremier serbo tra il 1997 e il 2000, in pieno regime Milosevic, Nikolic negli ultimi anni si e' spostato ad istanze piu' moderate e meno nazionalistiche, lasciando oltretutto nel 2008 il Partito Radicale capeggiato da Seselj, oggi imputato al tribunale dell'Aja per crimini contro l'umanita'. Ha lasciato anche le istanze piu' marcatamente anti-europee e filo-russe, e, gia' nel primo discorso da presidente eletto ha detto di voler continuare nel processo di adesione nell'UE. Piu' problematica la situazione sul Kosovo, che Nikolic considera ancora una regione serba a tutti gli effetti.